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STORIE DAL KENYA

SCOPERTE

Scoperto sul Turkana il più antico cimitero dell'Africa Orientale

PIÙ DI CINQUEMILA ANNI FA LA SOCIETÀ KENIANA ERA PACIFICA ED EGUALITARIA

Un team internazionale di ricercatori della Stony Brook University insieme all'Istituto Max Planck per la Conoscenza della storia umana hanno fatto una straordinaria scoperta a Lothangam North, nei pressi delle sponde Sud-occidentali del grande Lago Turkana, in Kenya.
Gli archeologi hanno trovato un cimitero di ampie dimensioni, che racconta la storia di una popolazione di pastori nomadi vissuti quasi cinquemila anni fa. Si tratta del cimitero più antico dell’intera Africa Orientale
La scoperta è ritenuta eccezionale, perché fa luce in maniera importante sul tipo di società multitribale ed egualitaria che si era instaurata in quella zona.
Le ricerche, pubblicate recentemente sulle pagine del Proceedings of the National Academy of Sciences, rivelano che le popolazioni del Turkana edificarono nei pressi del lago una piattaforma di circa 30 metri di diametro, nella quale scavarono una fossa in cui seppellire i loro defunti.
In seguito alla copertura della fossa con pietre innalzarono alcuni pilastri e monoliti sul basamento, alcuni provenienti anche da un chilometro di distanza.
In tempi seguenti furono realizzati anche cerchi di pietra e altre strutture cerimoniali. Nel complesso sono circa 580 gli individui seppelliti nell’antico cimitero. E c’è spazio ugualmente per tutti: uomini, donne, bambini di ogni età seppelliti indistintamente nello stesso luogo, senza alcun segno distintivo per classi sociali o ruoli. Ornamenti personali sono presenti in tutto il cimitero, distribuiti nella stessa misura tra tutti i defunti.
Si credeva che per lo sviluppo di una ritualità funeraria così complessa fosse necessaria una società stratificata alla base, ma la scoperta dimostra che anche da una società egualitaria possono sorgere sviluppi analoghi.
Il nuovo ritrovamento dimostra che si rivela necessario, partendo da qui, compiere nuove ricerche per capire come e perché alcuni gruppi a un certo punto danno adito allo sviluppo di società complesse, senza che sia coinvolto il fenomeno della stratificazione sociale.
Il cimitero smise di essere usato dopo alcuni secoli, quando la pastorizia si consolidò e il livello del lago giunse a stabilizzarsi.

09-09-2018 (fonte www.malindikenya.net)

ISTRUZIONE

Grace, 40 chilometri a piedi

a tredici anni per sperare in

un futuro migliore

LA STORIA DI UNA STUDENTESSA

KENIANA E DELLA SUA AMMISSIONE

ALLA SCUOLA SUPERIORE

                                                                                                                                             

Quaranta chilometri a piedi, per una ragazzina di 13 anni, non sono pochi.
Arrivano stremati al traguardo gli atleti della maratona che è di soli due chilometri più faticosa.
Ma quelli sono atleti adulti, hanno muscoli allenati e scarpe da ginnastica, si alimentano in
modo sano e regolare e bevono litri d’acqua al giorno ed energizzanti.
Grace Akinyi è solo una ragazzina che cammina e cammina, calzando infradito mezze rotte e
senza aver consumato il pasto. 
Si è alzata alle 3 del mattino, per presentarsi in orario.
Cammina, per un obbiettivo.
Il suo sogno è diventare un giorno avvocato.
Grace ha voglia di continuare a studiare ed è partita dal suo villaggio natale, Nambale nella
Contea di Busia, ed ha raggiunto la cittadina di Kakamega.
Qui sorge la Butere Girls High School, l’istituto che ha individuato per il suo futuro e che la accetterebbe per le scuole superiori, grazie alla sua ottima performance agli esami di scuola primaria. 
392 su 500, uno dei migliori di tutta la Contea.
Alla Butere è il giorno di apertura dell’anno scolastico. 
Decine e decine di ragazzi sono accompagnati dai loro genitori per cominciare la nuova avventura.
Lei è sola, stremata, i piedi rossi d’argilla sono tutt’uno con la gomma dei sandali. 
Papà Duncan è morto giovane, quando lei aveva sei mesi. 
Sua madre non ha un lavoro fisso e forse preferirebbe che Grace ne trovasse uno,  per aiutarla a sopravvivere.
Ma la ragazza è ostinata, crede in sé stessa.
Qualcuno le ha detto che in quella scuola prendono a cuore le situazioni gravi, quelle disperate, senza via d’uscita, come la sua.
In Kenya non solo le borse di studio statali non esistono, ma è già tanto se esiste lo studio. 
Ha provato ad accedere a fondi per la scuola di due enti bancari, ma c’era qualche raccomandato
in lista che evidentemente aveva un diritto di precedenza.
La fortuna di Grace è che, nonostante i tempi siano duri per tutti, ci sono ancora docenti pronti
ad autotassarsi e fare collette per gli studenti meritevoli.
Così la Vice Preside della Butere Girls School ha accettato Grace in classe e nel dormitorio, gli insegnanti le hanno donato libri e uniformi e adesso avranno qualche settimana di tempo per trovare i fondi necessari a pagare le rette scolastiche.
Il resto lo farà lei, con la sua volontà, l’energia e la fede nella speranza che ha mosso le sue gambe magre e alimenterà la sua passione per lo studio.
Quando però la Preside della scuola le ha detto che avrebbe avuto un giorno di permesso per comunicare alla madre che era stata ammessa a scuola, Grace l’ha fissata con un tenero sguardo
di supplica: “posso farle semplicemente una telefonata?”.  
13-01-2018 di Freddie del Curatolo (fonte www.malindikenya.net)
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SPORT

Non finisce mai la bella favola

del barbiere di Limuru

IL 44ENNE KENIOTA MUNGARA

ANCORA PROTAGONISTA DELLE     

MARATONE IN TUTTO IL MONDO

 
Non si ferma la bella favola del "barbiere di Limuru", che a 44 anni suonati continua ad essere protagonista nelle maratone di tutto il mondo, dopo aver stabilito tre anni fa il record di tutti i
tempi nella classica competizione di Milano. Oggi è tra i corridori più accreditati nella Gold Coast Marathon australiana.
Fino a 35 anni Kenneth Mungara ha tagliato i capelli ai concittadini nel piccolo negozio di barbiere che con tanti sacrifici ha messo in piedi. Una poltrona con la pedivella, uno specchio e un rasoio elettrico.
Chiuso il negozio, e alla domenica, si va a correre negli altopiani della Rift Valley, a Limuru, poco distante da Nairobi.
Poi, a 35 anni, qualcuno gli consiglia di partecipare a qualche competizione, perché "fila" più dei giovani. Così inizia con un secondo posto alla maratona di Mombasa, viene invitato a Colonia, in Germania, e si classifica quarto, poi arriva secondo anche sul lago di Tiberiade, in Israele, ma 
senza camminare sulle acque. Non fa miracoli, Kenneth, le sue gambe vanno al ritmo delle tante corse fin da ragazzo, quando per andare a scuola si faceva almeno dieci chilometri dal villaggio, tra andata e ritorno.
Trentacinque anni per un maratoneta non sono la vecchiaia, ma è un po' tardi per fare carriera. Almeno così la pensano le squadre di arruolatori di corridori kenioti che, in Italia, nei Paesi scandinavi o ultimamente negli Emirati Arabi, ti pagano bene e ti allenano, e magari dopo qualche anno ci scappa pure la cittadinanza. Mungara no, lui dopo ogni gara torna al suo negozietto di barbiere, a studiare un nuovo taglio "hip hop" per i suoi giovani clienti, che difficilmente tengono 
il suo passo.
Ed eccolo, tra il 2008 e il 2009, infilare i primi trionfi: Praga, Toronto, Mumbai.
Ormai è famoso nei circuiti. A Toronto ripeterà i successi per tre anni di fila, e si toglierà lo sfizio anche a Singapore, dove con il premio si potrà permettere finalmente un fuoristrada e chissà quante poltrone girevoli con la pedivella, e quanti rasoi ultimo modello. Poi a 41 anni, il suo capolavoro: la vittoria nella Maratona di Milano, non solo il concorrente più longevo a vincerla, ma anche a fissarne il record e nello stesso tempo a battere quello mondiale over 40.
"Mungara qua, Mungara là, bravo bravissimo...".
Proprio così, la grande favola del barbiere di Limuru non è ancora terminata.

25-06-2017 di redazione di www.malindikenya.net

   (foto di Leni Frau)

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STORIE

La biblioteca viaggiante

del Kenya

LA CULTURA SI MUOVE

A DORSO DI CAMMELLO

E' vero, come scrisse Ryszard Kapuscinski, uno dei più attenti ed evocativi pensatori d'Africa,
che la storia, nel Continente Nero, si trasmette per via orale e da leggenda diventa mito, ma la cultura, la prosa e la letteratura hanno bisogno di carta, di pagine, di parole scritte.
In una sola parola, di libri. 
Nel Kenya più povero e desolato, ci sono decine e decine di chilometri senza una biblioteca,
con scuole improvvisate sotto acacie e baobab, o in capanne provvisorie.
Sono le regioni nordorientali di Wajir e Garissa, dove la polvere della savana più aspra si deposita sulla pelle e penetra nelle vene, mescolandosi al sangue che spesso viene versato per dispute sui pochi terreni coltivabili o sui passaggi del bestiame. 
L'associazione Kenya Library Service ha donato qualche anno fa a Rashid Mohamed Farah, un nomade di Wajir che si sposta di villaggio in villaggio con una mandria di cammelli, una vera e propria biblioteca viaggiante. 
La "Camel Mobile library" si sposta come i pastori di quelle regioni, a dorso di cammello.
Sono pesanti scatole che portano sogni, fantasia e immaginazione. 
Libri adatti specialmente ai bambini, che hanno la possibilità di prenderne in prestito due
per volta, per poi restituirli al passaggio successivo della biblioteca cammellabile, il mese dopo.
"Molti degli insediamenti che raggiungo - ha spiegato Rashid alla BBC - sono formati da pastori nomadi, impossibile creare per loro postazioni fisse in cui trovare qualcosa da leggere, qui la
cultura si deve spostare come loro, a dorso di cammello".

27-08-2015 di Freddie del Curatolo (fonte www.malindikenya.net)

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